L’importanza della remunerazione dei costi di capitale negli affidamenti In House Providing

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha recentemente posto l’attenzione sull’impatto dei costi di capitale nella valutazione di convenienza degli affidamenti In House Providing. Nell’ultimo Bollettino n. 28/2023, l’AGCM ha analizzato le operazioni di acquisto di partecipazioni da parte di enti d’ambito in società a capitale pubblico (ATO Napoli 1, acquisizione della partecipazione sociale della SAPNA Spa), con l’obiettivo di affidare in house il servizio di igiene ambientale. In questo contesto, l’Antitrust ha affrontato le motivazioni a sostegno di tale scelta, concentrandosi sulla remunerazione dei costi di capitale.

L’AGCM ha sottolineato come l’equilibrio delle prestazioni corrispettive debba considerare tutti i costi, compresi quelli del capitale, indipendentemente dalla forma di affidamento. Spesso, nell’affidamento in house providing, si sostiene la convenienza dell’assenza dell’obbligo di garantire una certa marginalità economica per remunerare gli investitori. Tuttavia, l’AGCM ha ritenuto questa argomentazione fallace sotto diversi aspetti.

In primo luogo, l’ente affidante è tenuto a garantire l’equilibrio economico-finanziario del contratto di servizio pubblico, il che richiede la copertura di tutti i costi, inclusi quelli di capitale. La mancata remunerazione dei costi di capitale avrebbe conseguenze significative, anche a carico della collettività. Ad esempio, l’impresa non potrebbe reperire finanziamenti sul mercato dei capitali per realizzare gli investimenti e sarebbe completamente dipendente da risorse pubbliche a fondo perduto.

In secondo luogo, la scelta di non remunerare il capitale potrebbe non costituire un vantaggio intrinseco dell’In House Providing, ma piuttosto una decisione escludente e discriminatoria rispetto ad altre modalità di affidamento. Eventuali operatori privati non potrebbero permettersi di non remunerare il capitale, rendendo così la concorrenza meno equa.

Il contesto normativo riguardante i rapporti con le società partecipate e gli affidamenti di servizi pubblici locali richiede una valutazione periodica di sostenibilità e convenienza dei modelli gestionali adottati per soddisfare i bisogni della collettività amministrata. La remunerazione dei costi di capitale è un tema centrale per garantire non solo un’adeguata offerta di servizi ma anche lo sviluppo parallelo delle infrastrutture e delle dotazioni patrimoniali necessarie per erogarli.

Nel percorso di scelta del soggetto affidatario nell’In House Providing, si apre un’ampia riflessione sul piano degli investimento, la sua quantificazione e formulazione, e sulla definizione della leva finanziaria e del relativo tasso di remunerazione. Sul tema Paragon Advisory negli anni ha sviluppato numerosi servizi di analisi, studio e valutazione di piani industriali e PEF per affidamento di servizi pubblici supportando gli Enti nella definizione del congruo tasso da utilizzare per la definizione delle remunerazione del capitale investito e sviluppando a servizio degli Enti e delle Società analisi di congruità dei servizi.

 

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