Concessioni balneari: il Consiglio di Stato ribadisce che non può esserci proroga automatica

Il Consiglio di Stato, con sentenza dello scorso 28 Agosto, pronunciandosi sul ricorso contro un’ordinanza di demolizione di beni immobili siti in area demaniale, non ha perso l’occasione per ribadire l’inefficacia della proroga disposta per le concessioni balneari, già confermata dall’Adunanza plenaria nel 2019 e ripresa con la sentenza 1 marzo 2023 n. 2192.

“La questione circa la successione di norme nazionali recanti la previsione di una proroga automatica ex lege delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo in essere (fin d)alla data del 30 dicembre 2009 e il contrasto didette disposizioni con l’ordinamento eurounitario (nello specifico con le previsioni della direttiva n. 123/2006 e conalcune disposizioni del TFUE) e con l’interpretazione dello stesso recata dalla nota sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea 14 luglio 2016 (in cause riunite C-458/14 e C-67/15 Promoimpresa) e dalla più recente conferma della predetta Corte (cfr. Corte di giustizia UE, Sez. III, sentenza 20aprile 2023, in causa C-348/22) nonché, ancora, dalla giurisprudenza dei giudici nazionali ([…] disapplicando anche la più recente disposizione normativarecante una previsione di proroga ex lege delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo contenutanell’art. 10-quater , comma 3, d.l. 29 dicembre 2022, n. 198, conv. in l. 24 febbraio 2023, n. 14, in quanto si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato), sono ampiamente note e non è necessario riprodurre qui nuovamente l’intera questione,anche per non appesantire lo sviluppo dell’esame del presente contenzioso”.

Si avvicina dunque il termine per la scadenza delle concessioni (31 Dicembre 2023) senza che gli atti propedeutici del Governo abbiano ancora visto la luce, con la conseguente necessità per gli Enti competenti (in primis i Comuni) di attivarsi per l’avvio delle procedure, in modo da evitare rischi di contenzioso in vista della stagione balneare 2024.

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